Termina il workshop: è stato utilissimo e interessante!
Grazie a tutti!
mercoledì 9 giugno 2010
Ultimi due argomenti: miglioramento degli strumenti di valutazione e gruppo di lavoro sulla classificazione
Noi abbiamo alcune idee su come far progredire il lavoro, vorremmo confrontarci con voi sul tema anche dell'evoluzione di Policultura.
Possibili evoluzioni: creare booklet, creare ebook, creare versioni per ipod e ipad.
Altro problema: i lavori fatti bene ci lavorano il mercato, perché spaventano i più timorosi. Potremmo fare una versione limitata per chi è più spaventato.
Noi pensiamo di modificare un po' l'interfaccia autore, per smussare alcune difficoltà tecnologiche, per esempio capire a che punto siamo, quanto lavoro manca...
Vorrei chiedervi quali sono le vostre idee in tal senso
Federico Pastore, scuola primaria di Taipana: io ho una richiesta. Noi lavoriamo con linux e la narrazione sul nostro computer non si legge. Io ci ho messo mano, ma mi piacerebbe se fosse supportato linux. Inoltre vorrei gestire con più precisione la sincronizzazione immagini-audio. Per il resto lo strumento è usabile, semplice, ottimo. Altra idea: per essere multimediale, manca la possibilità di inserire dei link! [Paolini: ci stiamo lavorando già, sicuramente lo aggiungeremo il prossimo anno].
Paolini: secondo voi se andassimo avanti verso caratteristiche autore più complesse, sareste favorevoli, ve lo imparereste lo stesso? Per alzata di mano: 80% favorevole.
Di Blas: creazione di un gruppo di lavoro sulla classificazione. Paolini: noi abbiamo due problemi: coinvolgere più partner esterni e sponsor che ci aiutino dal punto di vista economico. Inoltre dobbiamo diffondere l'iniziativa verso altri insegnanti. Dobbiamo "schedare" bene queste narrazioni, classificarle per categorie. Questo richiede: scegliere le categorie, e poi assegnare a ogni narrazione le categorie. Abbiamo provato a farlo con studenti di ingegneria ma non ha funzionato. Abbiamo bisogno di docenti come voi, che hanno maggiore sensibilità didattica. Noi vi daremmo le categorie, voi dovreste "taggarle".
Di Blas: inoltre questo aiuta (come buona pratica) i nuovi insegnanti Policultura. Paolini: se ciascuno guardasse 3-4 narrazioni, e le taggasse, con 100 insegnanti al lavoro potremmo ottenere un ottimo risultato. Questo significa coinvolgervi in una attività di ricerca e di analisi del lavoro degli altri!
Noi potremmo mettervi in contatto col docente che ha fatto la narrazione, e magari fare un abstract di 10 righe che ne danno il succo complessivo, gli elementi qualificanti.
Possibili evoluzioni: creare booklet, creare ebook, creare versioni per ipod e ipad.
Altro problema: i lavori fatti bene ci lavorano il mercato, perché spaventano i più timorosi. Potremmo fare una versione limitata per chi è più spaventato.
Noi pensiamo di modificare un po' l'interfaccia autore, per smussare alcune difficoltà tecnologiche, per esempio capire a che punto siamo, quanto lavoro manca...
Vorrei chiedervi quali sono le vostre idee in tal senso
Federico Pastore, scuola primaria di Taipana: io ho una richiesta. Noi lavoriamo con linux e la narrazione sul nostro computer non si legge. Io ci ho messo mano, ma mi piacerebbe se fosse supportato linux. Inoltre vorrei gestire con più precisione la sincronizzazione immagini-audio. Per il resto lo strumento è usabile, semplice, ottimo. Altra idea: per essere multimediale, manca la possibilità di inserire dei link! [Paolini: ci stiamo lavorando già, sicuramente lo aggiungeremo il prossimo anno].
Paolini: secondo voi se andassimo avanti verso caratteristiche autore più complesse, sareste favorevoli, ve lo imparereste lo stesso? Per alzata di mano: 80% favorevole.
Di Blas: creazione di un gruppo di lavoro sulla classificazione. Paolini: noi abbiamo due problemi: coinvolgere più partner esterni e sponsor che ci aiutino dal punto di vista economico. Inoltre dobbiamo diffondere l'iniziativa verso altri insegnanti. Dobbiamo "schedare" bene queste narrazioni, classificarle per categorie. Questo richiede: scegliere le categorie, e poi assegnare a ogni narrazione le categorie. Abbiamo provato a farlo con studenti di ingegneria ma non ha funzionato. Abbiamo bisogno di docenti come voi, che hanno maggiore sensibilità didattica. Noi vi daremmo le categorie, voi dovreste "taggarle".
Di Blas: inoltre questo aiuta (come buona pratica) i nuovi insegnanti Policultura. Paolini: se ciascuno guardasse 3-4 narrazioni, e le taggasse, con 100 insegnanti al lavoro potremmo ottenere un ottimo risultato. Questo significa coinvolgervi in una attività di ricerca e di analisi del lavoro degli altri!
Noi potremmo mettervi in contatto col docente che ha fatto la narrazione, e magari fare un abstract di 10 righe che ne danno il succo complessivo, gli elementi qualificanti.
Secondo argomento: le risposte dei docenti
Luigi Fantacci, secondaria di seconda grado di Volterra: l'inclusione serve a far acquisire a tutti i ragazzi alcune competenze metodologiche. E in questo il concorso con le sue tempistiche che vengono imposte, è fondamentale. La gestione del tempo è un aspetto fondamentale! La stesura di un piano editoriale e stare nei tempi è un responsabilizzare (inclusivamente) i ragazzi. Senza il concorso, la scadenza ben precisa ed inderogabile è stata fondamentale
Caterina Vescovini, dirigente scolastica di Conselve: la motivazione può più del talento. Bisogna valorizzare le competenze già presenti, a volte più ampie di quanto ci si aspetti. Molte volte le competenze sono li latenti e vanno valorizzate assolutamente. Anche i docenti possono essere d'aiuto ai propri colleghi. Il Ministero va coinvolto: la forbice tra scuola reale e la rappresentazione che il Ministero ha della scuola reale è troppo ampia. Dobbiamo confrontarci con loro, altrimenti non li convinceremo mai sui reali problemi della scuola, come la manutenzione degli strumenti e delle persone! Ciò che vale per l'inclusione degli studenti vale anche per i docenti
Annamaria Cerquetti, scuola primaria di Morrovalle: nel mio istituto solo io, una sola classe ha partecipato a questa iniziativa. C'è ancora una barriera contro le tecnologie. E non si va incontro ai bambini, si contraddice il comportamentismo. Policultura ha agevolato l'uso di una pluralità di linguaggi! Bisogna valorizzare il merito dei docenti, e invece molto spesso il merito viene visto come demerito, come qualcosa che genera confronto (che ai direttori didattici non sempre piace, perché porta noie..."si fermi, non faccia, non fate, stia buona..."). Questo è un rischio tremendo! Una scuola diversa, fatta così coinvolge tutti... tutti tranne gli altri insegnanti, che hanno addirittura cercato di mettermi i bastoni tra le ruote!
Bibiana Chierchia, scuola secondaria di secondo grado di Campobasso: noi abbiamo usato 1001storia come una costola di una attività che già facciamo in classe. L'inclusione è passata attraverso la condivisione e la personalizzazione del metodo di studio. L'attitudine a studiare abbiamo provato a trasformarla in un valore. Un compagno di terza che sa usare gli mp3 e insegna a uno di quinta a registrare porta grandissimi benefici a tutti! Individualizzazione e condivisione, questo è il taglio che abbiamo dato al nostro lavoro! Il fatto di aver coinvolto tutti gli alunni a noi non ha giovato dal punto di vista del prodotto finale: ovviamente abbiamo scelto di far lavorare tutti a scapito della qualità!
Paolini: proposta finale. Creeremo una comunità online, magari aperta verso il dibattito internazionale. Noi faremo delle proposte e vorremo aneddoti, episodi, storie che confermano o smentiscono quanto diciamo. Ci piacerebbe progredire in maniera popperiana, cercando falsificazione anziché conferma.
Caterina Vescovini, dirigente scolastica di Conselve: la motivazione può più del talento. Bisogna valorizzare le competenze già presenti, a volte più ampie di quanto ci si aspetti. Molte volte le competenze sono li latenti e vanno valorizzate assolutamente. Anche i docenti possono essere d'aiuto ai propri colleghi. Il Ministero va coinvolto: la forbice tra scuola reale e la rappresentazione che il Ministero ha della scuola reale è troppo ampia. Dobbiamo confrontarci con loro, altrimenti non li convinceremo mai sui reali problemi della scuola, come la manutenzione degli strumenti e delle persone! Ciò che vale per l'inclusione degli studenti vale anche per i docenti
Annamaria Cerquetti, scuola primaria di Morrovalle: nel mio istituto solo io, una sola classe ha partecipato a questa iniziativa. C'è ancora una barriera contro le tecnologie. E non si va incontro ai bambini, si contraddice il comportamentismo. Policultura ha agevolato l'uso di una pluralità di linguaggi! Bisogna valorizzare il merito dei docenti, e invece molto spesso il merito viene visto come demerito, come qualcosa che genera confronto (che ai direttori didattici non sempre piace, perché porta noie..."si fermi, non faccia, non fate, stia buona..."). Questo è un rischio tremendo! Una scuola diversa, fatta così coinvolge tutti... tutti tranne gli altri insegnanti, che hanno addirittura cercato di mettermi i bastoni tra le ruote!
Bibiana Chierchia, scuola secondaria di secondo grado di Campobasso: noi abbiamo usato 1001storia come una costola di una attività che già facciamo in classe. L'inclusione è passata attraverso la condivisione e la personalizzazione del metodo di studio. L'attitudine a studiare abbiamo provato a trasformarla in un valore. Un compagno di terza che sa usare gli mp3 e insegna a uno di quinta a registrare porta grandissimi benefici a tutti! Individualizzazione e condivisione, questo è il taglio che abbiamo dato al nostro lavoro! Il fatto di aver coinvolto tutti gli alunni a noi non ha giovato dal punto di vista del prodotto finale: ovviamente abbiamo scelto di far lavorare tutti a scapito della qualità!
Paolini: proposta finale. Creeremo una comunità online, magari aperta verso il dibattito internazionale. Noi faremo delle proposte e vorremo aneddoti, episodi, storie che confermano o smentiscono quanto diciamo. Ci piacerebbe progredire in maniera popperiana, cercando falsificazione anziché conferma.
Secondo argomento: inclusione
Il tema è fondamentale, perché interessa a tutte le scuole. Noi dobbiamo trasmettere agli altri insegnanti il tema sul perché il lavoro con le tecnologie favorisca l'inclusione.
Dubbi:
Inclusione = tutti partecipano. Ma vediamo due estremi: ogni ragazzo fa qualcosa in un processo complesso, e tutti sono coinvolti in qualche forma. Il che vuol dire che se noi aumentiamo le tipologie di compito riusciamo a coinvolgere tutte le abilità e le intelligenza. Dall'altra parte però se anche tutti lavorano, ma uno è quello che scrive in italiano, e l'altro salva i file, alla fine c'è uno squilibrio tra le attività piuttosto forti. Noi pensiamo che alcuni insegnanti abbiano lasciato i ruoli naturali, e tutto è andato bene. Altri hanno forzato tutti a fare tutto. La qualità risulta sbilanciata, ma didatticamente è molto efficace. Il problema è: faccio giocare tutti centravanti, anche chi ha scarse abilità, o metto centravanti chi sicuramente segna?
Luca Ferrari, Università di Bologna: io mi chiedo, per entrare più in dettaglio, quali sono i cambiamenti didattici e organizzativi che mettete in campo per creare inclusione?
Dubbi:
Inclusione = tutti partecipano. Ma vediamo due estremi: ogni ragazzo fa qualcosa in un processo complesso, e tutti sono coinvolti in qualche forma. Il che vuol dire che se noi aumentiamo le tipologie di compito riusciamo a coinvolgere tutte le abilità e le intelligenza. Dall'altra parte però se anche tutti lavorano, ma uno è quello che scrive in italiano, e l'altro salva i file, alla fine c'è uno squilibrio tra le attività piuttosto forti. Noi pensiamo che alcuni insegnanti abbiano lasciato i ruoli naturali, e tutto è andato bene. Altri hanno forzato tutti a fare tutto. La qualità risulta sbilanciata, ma didatticamente è molto efficace. Il problema è: faccio giocare tutti centravanti, anche chi ha scarse abilità, o metto centravanti chi sicuramente segna?
Luca Ferrari, Università di Bologna: io mi chiedo, per entrare più in dettaglio, quali sono i cambiamenti didattici e organizzativi che mettete in campo per creare inclusione?
Primo argomento: le risposte dei docenti
Annamaria Cerquetti, scuola primaria di Morrovalle: il coinvolgimento è stato molto importante anche perché nella mia classe ci sono bambini che non hanno il PC. Abbiamo cercato di motivare i bambini, che hanno imparato a usare il pc come strumento di comunicazione. Attraverso questo progetto abbiamo introdotto un nuovo modo di lavorare, e questo li ha coinvolti moltissimo. I bambini sono riusciti ad andare oltre ciò che veniva chiesto loro, sono andati oltre. Per esempio si sono incuriositi sul Politecnico e sono andati a cercare le informazioni, dove era, cosa si studia... e ovviamente non era una cosa che avevo chiesto io! Anche disegnare col pc è stato importante: bambini che non sono bravi con la matita hanno fatto ottimi lavori al PC, e si sono sentiti valorizzati
Nicoletta Di Blas: quanti pensano che la tecnologia sia stata importante? Per alzata di mano: la maggioranza ma non tutti.
Paolo Paolini: e il ruolo della competizione qual è? Quando noi lanciammo lo strumento senza concorso allegato non funzionò...
Maria Emanuello, scuola primaria di Somaglia: c'è una magia della tecnologia, che ci rapisce... a me accadde ad 8 anni con la tv! Quello che accade con le tic ai bambini è la stessa magia di allora! Noi dovremmo riuscire a portare all'interno della scuola questo nuovo modo di studiare, che è veicolato dal nuovo linguaggio della tecnologia. La tecnologia è cultura di oggi: dobbiamo porre attenzione particolare. Io mi sentivo un po' combattuta rispetto alla tecnologia, avevo quasi una visione demonizzata delle tecnologie, ma poi quando ho visto che in questo progetto c'era il tutoring di una università, e di un'università importante come il Poli, mi sono fidata di più. Il Poli ha dimostrato un grande interesse verso i valori sociali e morali, accompagnando questi bambini verso l'alto. Sotto questo profilo inoltre il fatto che ci sarà una valutazione (ma non un voto, verrà valutato il tuo percorso, il tuo modo di comunicare) ha innescato un processo molto positivo. Si progetta la didattica in maniera più efficace ed efficiente, risveglia la capacità creativa un po' sopita, è piacevole. A me e alla mia collega ha dato la sensazione di essere più efficaci! Importantissimo anche il fatto che il lavoro sarà visto all'esterno: i bambini lavorano, e il sapere che altri vedranno il suo lavoro è meraviglioso per loro, se il prodotto verrà visto da altri per loro è fondamentale 1001Storia inoltre, con la sua semplicità mi ha permesso di abbattere tutte le barriere tecnologiche assieme ai bambini, è fondamentale!
Filomena Santimone Scuola secondaria di primo grado di Alzate Brianza: io mi sono interessata a 1001storia grazie alla mia iscrizione al DOL, che mi sta molto stimolando. Il bello di 1001storia è che non si ha bisogno di competenze tecnologiche, il che permette di coinvolgere tutta la classe, anche un ragazzino che non sapeva nulla di italiano! Ogni ragazzo nell'aula informatica ha sfruttato le proprie competenze. Anche bambini con problemi se si scoraggiano trovano nei compagni l'appoggio necessario, e questo ha reso felici anche chi aveva difficoltà. Purtroppo non sono riuscita a coinvolgere i colleghi che si sono spaventati per la presenza della tecnologia. Ma non lo hanno neppure provato! Il pc è di grande ausilio per l'inclusione: per esempio il correttore automatico word aiuta tantissimo!
Di Blas: chi ritiene che 1001storia non abbisogna di competenze tecniche minime? L'aula dice che basta saper accendere un computer, il problema è di atteggiamento...
Paolini: se i docenti non conoscono le tecnologie, ha senso utilizzare oggetti come 1001storia? O è meglio formarli tecnologicamente, con skill informatiche? Io ho l'impressione che sia sufficiente saper gestire il progetto, non serve conoscere la programmazione... questo è fondamentale, perché il ministero deve decidere
Greta Celon, scuola primaria Terrassa Padovana: noi abbiamo proprio l'obiettivo comunicativo. Abbiamo un referente informatico che ogni anno ci da competenze minime, ma con un taglio sempre molto orientato all'uso concreto nella scuola. è fondamentale riuscire a fare cose spendibili! Noi abbiamo usato 1001storia anche per curiosità tecnologica: volevamo provare qualcosa di diverso da power point. Il concorso è importante ma non fondamentale! Noi non siamo tecnologicamente avanzatissime, ma è stato facile andare oltre grazie al tutoring online e l'aiuto reciproco tra colleghe. E' una questione di cultura dell'informatica, bypassando la paura del pc. Prima eravamo spaventati dal cellulare, oggi lo usiamo quotidianamente. Lo stesso può accadere con il computer.
Gabriella Virgolini, secondaria secondo grado di Udine: ai docenti non servono skill informatiche tecniche di grande livello, soprattutto in scuole come la mia (un itc) dove i ragazzi hanno più competenze di noi, e le mettono a disposizione dei docenti. Allora il nostro compito di docenti è non appiattirsi sulla tecnologia, ma al contrario mostrare un utilizzo intelligente, didatticamente importante delle tecnologie. Un altro aspetto fondamentale è il prodotto finito, che posso mostrare agli altri
Di Blas: chi ha formazione umanistica e chi tecnico/scientifica: 85%-15%
Vincenzina Mazzucca, Scuola secondaria di secondo grado di Reggio Calabria: io vengo da un liceo scientifico e anche nel mio caso i ragazzi hanno competenze tecnologiche notevoli, che possono "prestare" ai docenti. Io credo che anche i temi che sono stati sviluppati sono temi su cui le classi lavorano normalmente, attività multimediali e multidisciplinari. Allora qual è il quid novi? è l'insieme, che viene compattato da un allargamento comunicativo, che vede una prestigiosa istituzione come il poli che segue i ragazzi durante il lavoro. La competizione è secondaria, l'orgoglio comunicativo e l'allargamento partecipativo è fondamentale. La presenza del Poli è fondamentale, è come quello che fa la Sorbonne a Parigi. Il secondo problema sottolineato da Paolini è altrettanto importante: io non ho grandi competenze tecnologiche, soffro per il digital divide. Credo che esista un rischio di perdere la cultura digitale, e diventare analfabeti. La cultura digitale deve essere un'epistemologia, la comunicazione attraverso nuovi strumenti deve essere integrata a tutti i livelli nella scuola. Una competenza tecnologica è oramai di base, non si può più farne a meno. La cultura digitale è esponenziale, va rinnovata continuamente, anche in profondità.
Paolini: proposta operativa! Vorreste partecipare a una comunità di lavoro seria, una commissione auto-organizzata che si interroghi su quale formazione va data ai docenti perché possano usare le tecnologie? Che formazione, che supporto necessitano? E i nuovi insegnanti, come li formiamo? In questa discussione, coinvolgiamo il Ministero? O discutiamo tra di noi, e portiamo il risultato alla fine? 50%-50%. Continuiamo a parlarne!
Vincenzo Marino, secondaria primo grado di Altavilla Milicia: dobbiamo coinvolgere il MIUR, che sta investendo molto in questo settore!
Nicoletta Di Blas: quanti pensano che la tecnologia sia stata importante? Per alzata di mano: la maggioranza ma non tutti.
Paolo Paolini: e il ruolo della competizione qual è? Quando noi lanciammo lo strumento senza concorso allegato non funzionò...
Maria Emanuello, scuola primaria di Somaglia: c'è una magia della tecnologia, che ci rapisce... a me accadde ad 8 anni con la tv! Quello che accade con le tic ai bambini è la stessa magia di allora! Noi dovremmo riuscire a portare all'interno della scuola questo nuovo modo di studiare, che è veicolato dal nuovo linguaggio della tecnologia. La tecnologia è cultura di oggi: dobbiamo porre attenzione particolare. Io mi sentivo un po' combattuta rispetto alla tecnologia, avevo quasi una visione demonizzata delle tecnologie, ma poi quando ho visto che in questo progetto c'era il tutoring di una università, e di un'università importante come il Poli, mi sono fidata di più. Il Poli ha dimostrato un grande interesse verso i valori sociali e morali, accompagnando questi bambini verso l'alto. Sotto questo profilo inoltre il fatto che ci sarà una valutazione (ma non un voto, verrà valutato il tuo percorso, il tuo modo di comunicare) ha innescato un processo molto positivo. Si progetta la didattica in maniera più efficace ed efficiente, risveglia la capacità creativa un po' sopita, è piacevole. A me e alla mia collega ha dato la sensazione di essere più efficaci! Importantissimo anche il fatto che il lavoro sarà visto all'esterno: i bambini lavorano, e il sapere che altri vedranno il suo lavoro è meraviglioso per loro, se il prodotto verrà visto da altri per loro è fondamentale 1001Storia inoltre, con la sua semplicità mi ha permesso di abbattere tutte le barriere tecnologiche assieme ai bambini, è fondamentale!
Filomena Santimone Scuola secondaria di primo grado di Alzate Brianza: io mi sono interessata a 1001storia grazie alla mia iscrizione al DOL, che mi sta molto stimolando. Il bello di 1001storia è che non si ha bisogno di competenze tecnologiche, il che permette di coinvolgere tutta la classe, anche un ragazzino che non sapeva nulla di italiano! Ogni ragazzo nell'aula informatica ha sfruttato le proprie competenze. Anche bambini con problemi se si scoraggiano trovano nei compagni l'appoggio necessario, e questo ha reso felici anche chi aveva difficoltà. Purtroppo non sono riuscita a coinvolgere i colleghi che si sono spaventati per la presenza della tecnologia. Ma non lo hanno neppure provato! Il pc è di grande ausilio per l'inclusione: per esempio il correttore automatico word aiuta tantissimo!
Di Blas: chi ritiene che 1001storia non abbisogna di competenze tecniche minime? L'aula dice che basta saper accendere un computer, il problema è di atteggiamento...
Paolini: se i docenti non conoscono le tecnologie, ha senso utilizzare oggetti come 1001storia? O è meglio formarli tecnologicamente, con skill informatiche? Io ho l'impressione che sia sufficiente saper gestire il progetto, non serve conoscere la programmazione... questo è fondamentale, perché il ministero deve decidere
Greta Celon, scuola primaria Terrassa Padovana: noi abbiamo proprio l'obiettivo comunicativo. Abbiamo un referente informatico che ogni anno ci da competenze minime, ma con un taglio sempre molto orientato all'uso concreto nella scuola. è fondamentale riuscire a fare cose spendibili! Noi abbiamo usato 1001storia anche per curiosità tecnologica: volevamo provare qualcosa di diverso da power point. Il concorso è importante ma non fondamentale! Noi non siamo tecnologicamente avanzatissime, ma è stato facile andare oltre grazie al tutoring online e l'aiuto reciproco tra colleghe. E' una questione di cultura dell'informatica, bypassando la paura del pc. Prima eravamo spaventati dal cellulare, oggi lo usiamo quotidianamente. Lo stesso può accadere con il computer.
Gabriella Virgolini, secondaria secondo grado di Udine: ai docenti non servono skill informatiche tecniche di grande livello, soprattutto in scuole come la mia (un itc) dove i ragazzi hanno più competenze di noi, e le mettono a disposizione dei docenti. Allora il nostro compito di docenti è non appiattirsi sulla tecnologia, ma al contrario mostrare un utilizzo intelligente, didatticamente importante delle tecnologie. Un altro aspetto fondamentale è il prodotto finito, che posso mostrare agli altri
Di Blas: chi ha formazione umanistica e chi tecnico/scientifica: 85%-15%
Vincenzina Mazzucca, Scuola secondaria di secondo grado di Reggio Calabria: io vengo da un liceo scientifico e anche nel mio caso i ragazzi hanno competenze tecnologiche notevoli, che possono "prestare" ai docenti. Io credo che anche i temi che sono stati sviluppati sono temi su cui le classi lavorano normalmente, attività multimediali e multidisciplinari. Allora qual è il quid novi? è l'insieme, che viene compattato da un allargamento comunicativo, che vede una prestigiosa istituzione come il poli che segue i ragazzi durante il lavoro. La competizione è secondaria, l'orgoglio comunicativo e l'allargamento partecipativo è fondamentale. La presenza del Poli è fondamentale, è come quello che fa la Sorbonne a Parigi. Il secondo problema sottolineato da Paolini è altrettanto importante: io non ho grandi competenze tecnologiche, soffro per il digital divide. Credo che esista un rischio di perdere la cultura digitale, e diventare analfabeti. La cultura digitale deve essere un'epistemologia, la comunicazione attraverso nuovi strumenti deve essere integrata a tutti i livelli nella scuola. Una competenza tecnologica è oramai di base, non si può più farne a meno. La cultura digitale è esponenziale, va rinnovata continuamente, anche in profondità.
Paolini: proposta operativa! Vorreste partecipare a una comunità di lavoro seria, una commissione auto-organizzata che si interroghi su quale formazione va data ai docenti perché possano usare le tecnologie? Che formazione, che supporto necessitano? E i nuovi insegnanti, come li formiamo? In questa discussione, coinvolgiamo il Ministero? O discutiamo tra di noi, e portiamo il risultato alla fine? 50%-50%. Continuiamo a parlarne!
Vincenzo Marino, secondaria primo grado di Altavilla Milicia: dobbiamo coinvolgere il MIUR, che sta investendo molto in questo settore!
Primo argomento: i benefici didattici
Quali sono i benefici percepiti? Da cosa dipendono? L'iniziativa è solo ludica, o didatticamente rilevante?
I nostri sospetti, che non riusciamo a chiarire sono i seguenti:
I nostri sospetti, che non riusciamo a chiarire sono i seguenti:
- il coinvolgimento che tutti gli insegnanti ci raccontano, da cosa dipende? quali sono gli elementi chiave? cosa crea il coinvolgimento?
- benefici che ci dicono: sono quasi sempre motivazionali. Ma qual è il ruolo della tecnologia? Fino ad ora non siamo riusciti a capirlo del tutto. Perché la tecnologia crea coinvolgimento, lavoro di gruppo, ecc?
- lo strumento nasce non collaborativo, ma viene invece usato in maniera estremamente collaborativo. Noi abbiamo il sospetto sia merito dei docenti più che dello strumento. Come avviene la magia del coinvolgimento??
L'attività prosegue sul blog
Da oggi la discussione proseguirà da questo blog, ci aspettiamo che chi sta partecipando e chi non è qui in presenza, possa proseguire la discussione.
Parola ora a Nicoletta Di Blas, che introduce i 4 argomenti di cui parleremo oggi
Parola ora a Nicoletta Di Blas, che introduce i 4 argomenti di cui parleremo oggi
Si comincia!
Il professor Paolini apre i lavori del workshop, ringraziando tutti gli intervenuti.
L'idea di fondo di oggi è utilizzare la giornata per capire meglio, più in profondità cosa accade durante policultura. è un workshop scientifico, che serve per capire meglio e migliorare in futuro!
Sono presenti i partner del progetto Learning4all, tutti i docenti finalisti di policultura e un ospite internazionale, David, perché vorremmo creare l'anno prossimo una versione inglese di policultura
L'idea di fondo di oggi è utilizzare la giornata per capire meglio, più in profondità cosa accade durante policultura. è un workshop scientifico, che serve per capire meglio e migliorare in futuro!
Sono presenti i partner del progetto Learning4all, tutti i docenti finalisti di policultura e un ospite internazionale, David, perché vorremmo creare l'anno prossimo una versione inglese di policultura
Workshop PoliCultura: tra poco si parte!
Siamo in Aula Magna,
stiamo per iniziare il workshop PoliCultura. Ci soffermeremo in particolare su 4 aspetti, su cui vi documenterò passo per passo:
stiamo per iniziare il workshop PoliCultura. Ci soffermeremo in particolare su 4 aspetti, su cui vi documenterò passo per passo:
- Benefici didattici
- Inclusione
- Miglioramento degli strumenti di indagine
- Creazione di un gruppo di lavoro che si dedichi alla classificazione a scopo di ricerca
martedì 8 giugno 2010
Giornata di premiazione PoliCultura
Il 9 giugno 2009 si svolgerà, presso il Politecnico di Milano, la giornata di premiazione del Concorso Nazionale PoliCultura 2010.
La giornata ha come protagonisti i docenti e gli studenti delle scuole di tutta Italia, che affolleranno il Politecnico e lo riempiranno del loro entusiasmo. Dalle ore 13,30 alle ore 15 sono previsti cinque eventi paralleli, per studenti e docenti:
Dalle 15.30 alle 18.00 avrà luogo la premiazione vera e propria, che potrà essere seguita anche in streaming all'indirizzo http://www.policultura.it/premiazione.html
>> le narrazioni finaliste sono visibili a questo indirizzo
La giornata ha come protagonisti i docenti e gli studenti delle scuole di tutta Italia, che affolleranno il Politecnico e lo riempiranno del loro entusiasmo. Dalle ore 13,30 alle ore 15 sono previsti cinque eventi paralleli, per studenti e docenti:
- i bambini delle scuole dell'infanzia si divertiranno con le FaTe (Favole e Tecnologia)
- i bambini delle scuole primarie impareranno giocando con PoliLabKids
- i ragazzi delle scuole primarie di primo grado scopriranno che la matematica è divertente con una lezione del professor Claudio Citrini
- i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado verranno introdotti al mondo della robotica dal professor Andrea Bonarini
- tutti i docenti discuteranno in un workshop su PoliCultura, coordinato dal professor Paolo Paolini
Dalle 15.30 alle 18.00 avrà luogo la premiazione vera e propria, che potrà essere seguita anche in streaming all'indirizzo http://www.policultura.it/premiazione.html
>> le narrazioni finaliste sono visibili a questo indirizzo
giovedì 27 maggio 2010
Il modello TPCK: Technological Pedagogical Content Knowledge
A seguito dell'interessante incontro di formazione per tutor DOL e corsisti ADOL, tenuto dal Prof. Paolo Paolini, invitiamo tutti gli interessanti a consultare l'articolo (in lingua inglese, ma ci rendiamo disponibili per eventuali traduzioni!):
Technological Pedagogical Content Knowledge:
A Framework for Teacher Knowledge
PUNYA MISHRA
MATTHEW J. KOEHLER
Michigan State University
Aspettiamo i vostri commenti!
Technological Pedagogical Content Knowledge:
A Framework for Teacher Knowledge
PUNYA MISHRA
MATTHEW J. KOEHLER
Michigan State University
Aspettiamo i vostri commenti!
mercoledì 12 maggio 2010
Giornata di studio Innovazione didattica: pianificazione o improvvisazione?
La giornata di studio dal titolo Innovazione didattica: pianificazione o improvvisazione? Vantaggi e svantaggi di due approcci pedagogici apparentemente antitetici per fare didattica con le ICT dedicata a tutti i diplomati DOL 2007/2009 si è tenuta venerdì 7 maggio 2010 nell'aula Rogers del Politecnico di Milano. La giornata si è aperta con il saluto del Prof. Giulio Ballio, Rettore del Politecnico di Milano e del Prof. Mauro Santomauro, Delegato per la Didattica. Successivamente, il Prof. Maurizio Piscitelli, Dirigente Ufficio Formazione personale docenti e accreditamento enti del MIUR, ha illustrato La formazione dei docenti nella scuola che cambia. La mattinata si è conclusa con un'intervista del Prof. Paolo Paolini, direttore scientifico del Laboratorio HOC al Prof. Luigi Guerra, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Bologna, sul tema: Innovazione didattica: pianificazione o improvvisazione? Nel pomeriggio, la Prof.ssa Nicoletta Di Blas e il Dott. Luca Ferrari hanno presentato Capire un’esperienza didattica: metodologie e prime evidenze del progetto Learning for all (L4all), dando avvio ad un interessante dibattito con gli oltre 100 insegnanti presenti in aula provenienti da tutta Italia. Hanno partecipato alla giornata anche alcuni partner del progetto Learning4ALL e i rappresentanti dell'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e della Sovrintendenza agli studi della Valle d'Aosta.
Al termine della giornata si è svolta la cerimonia di consegna dei diplomi agli insegnanti che hanno conseguito il Diploma On Line nel biennio 2007/2008 - 2008/2009 e ai tutor, in presenza del Prof. Dino Mandrioli, Preside della Facoltà di Ingegneria dell'Informazione, e del Prof. Roberto Negrini, Prorettore del Polo Regionale di Como.
Accedi alla galleria fotografica della giornata
Accedi ai materiali della giornata
mercoledì 31 marzo 2010
Costruire insieme il DOL con i mattoncini del lego. Un'esperienza formativa e progettuale.
Il 26 marzo, presso il Politecnico di Milano, il professor Lorenzo Cantoni ha tenuto un incontro, dedicato ai tutor DOL che ci ha permesso di approfondire - giocando col LEGO! - la nostra visione del Diploma On Line. Sono qui disponibili alcune foto della giornata.
venerdì 5 febbraio 2010
Pedagogy and diverse needs - Materiali del seminario
Hoc Pedagogy And Diverse Needs
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Il 4 febbraio 2010, presso il Laboratorio HOC del Politecnico di Milano, si è tenuto il seminario Pedagogy and diverse needs. Relatrice della giornata la professoressa Susan McKenney, dell'Università di Twente (Olanda).
La giornata è stata ricca di stimoli: Susan ci ha illustrato le nuove teorie sull'inclusione (un passo avanti rispetto all'integrazione) e ci ha parlato della propria esperienza personale e di ricerca.
La registrazione del seminario è disponibile online cliccando qui.
Ci piacerebbe che il confronto su quanto abbiamo appreso e discusso assieme possa proseguire su questo blog... aspettiamo i vostri commenti.
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