Annamaria Cerquetti, scuola primaria di Morrovalle: il coinvolgimento è stato molto importante anche perché nella mia classe ci sono bambini che non hanno il PC. Abbiamo cercato di motivare i bambini, che hanno imparato a usare il pc come strumento di comunicazione. Attraverso questo progetto abbiamo introdotto un nuovo modo di lavorare, e questo li ha coinvolti moltissimo. I bambini sono riusciti ad andare oltre ciò che veniva chiesto loro, sono andati oltre. Per esempio si sono incuriositi sul Politecnico e sono andati a cercare le informazioni, dove era, cosa si studia... e ovviamente non era una cosa che avevo chiesto io! Anche disegnare col pc è stato importante: bambini che non sono bravi con la matita hanno fatto ottimi lavori al PC, e si sono sentiti valorizzati
Nicoletta Di Blas: quanti pensano che la tecnologia sia stata importante? Per alzata di mano: la maggioranza ma non tutti.
Paolo Paolini: e il ruolo della competizione qual è? Quando noi lanciammo lo strumento senza concorso allegato non funzionò...
Maria Emanuello, scuola primaria di Somaglia: c'è una magia della tecnologia, che ci rapisce... a me accadde ad 8 anni con la tv! Quello che accade con le tic ai bambini è la stessa magia di allora! Noi dovremmo riuscire a portare all'interno della scuola questo nuovo modo di studiare, che è veicolato dal nuovo linguaggio della tecnologia. La tecnologia è cultura di oggi: dobbiamo porre attenzione particolare. Io mi sentivo un po' combattuta rispetto alla tecnologia, avevo quasi una visione demonizzata delle tecnologie, ma poi quando ho visto che in questo progetto c'era il tutoring di una università, e di un'università importante come il Poli, mi sono fidata di più. Il Poli ha dimostrato un grande interesse verso i valori sociali e morali, accompagnando questi bambini verso l'alto. Sotto questo profilo inoltre il fatto che ci sarà una valutazione (ma non un voto, verrà valutato il tuo percorso, il tuo modo di comunicare) ha innescato un processo molto positivo. Si progetta la didattica in maniera più efficace ed efficiente, risveglia la capacità creativa un po' sopita, è piacevole. A me e alla mia collega ha dato la sensazione di essere più efficaci! Importantissimo anche il fatto che il lavoro sarà visto all'esterno: i bambini lavorano, e il sapere che altri vedranno il suo lavoro è meraviglioso per loro, se il prodotto verrà visto da altri per loro è fondamentale 1001Storia inoltre, con la sua semplicità mi ha permesso di abbattere tutte le barriere tecnologiche assieme ai bambini, è fondamentale!
Filomena Santimone Scuola secondaria di primo grado di Alzate Brianza: io mi sono interessata a 1001storia grazie alla mia iscrizione al DOL, che mi sta molto stimolando. Il bello di 1001storia è che non si ha bisogno di competenze tecnologiche, il che permette di coinvolgere tutta la classe, anche un ragazzino che non sapeva nulla di italiano! Ogni ragazzo nell'aula informatica ha sfruttato le proprie competenze. Anche bambini con problemi se si scoraggiano trovano nei compagni l'appoggio necessario, e questo ha reso felici anche chi aveva difficoltà. Purtroppo non sono riuscita a coinvolgere i colleghi che si sono spaventati per la presenza della tecnologia. Ma non lo hanno neppure provato! Il pc è di grande ausilio per l'inclusione: per esempio il correttore automatico word aiuta tantissimo!
Di Blas: chi ritiene che 1001storia non abbisogna di competenze tecniche minime? L'aula dice che basta saper accendere un computer, il problema è di atteggiamento...
Paolini: se i docenti non conoscono le tecnologie, ha senso utilizzare oggetti come 1001storia? O è meglio formarli tecnologicamente, con skill informatiche? Io ho l'impressione che sia sufficiente saper gestire il progetto, non serve conoscere la programmazione... questo è fondamentale, perché il ministero deve decidere
Greta Celon, scuola primaria Terrassa Padovana: noi abbiamo proprio l'obiettivo comunicativo. Abbiamo un referente informatico che ogni anno ci da competenze minime, ma con un taglio sempre molto orientato all'uso concreto nella scuola. è fondamentale riuscire a fare cose spendibili! Noi abbiamo usato 1001storia anche per curiosità tecnologica: volevamo provare qualcosa di diverso da power point. Il concorso è importante ma non fondamentale! Noi non siamo tecnologicamente avanzatissime, ma è stato facile andare oltre grazie al tutoring online e l'aiuto reciproco tra colleghe. E' una questione di cultura dell'informatica, bypassando la paura del pc. Prima eravamo spaventati dal cellulare, oggi lo usiamo quotidianamente. Lo stesso può accadere con il computer.
Gabriella Virgolini, secondaria secondo grado di Udine: ai docenti non servono skill informatiche tecniche di grande livello, soprattutto in scuole come la mia (un itc) dove i ragazzi hanno più competenze di noi, e le mettono a disposizione dei docenti. Allora il nostro compito di docenti è non appiattirsi sulla tecnologia, ma al contrario mostrare un utilizzo intelligente, didatticamente importante delle tecnologie. Un altro aspetto fondamentale è il prodotto finito, che posso mostrare agli altri
Di Blas: chi ha formazione umanistica e chi tecnico/scientifica: 85%-15%
Vincenzina Mazzucca, Scuola secondaria di secondo grado di Reggio Calabria: io vengo da un liceo scientifico e anche nel mio caso i ragazzi hanno competenze tecnologiche notevoli, che possono "prestare" ai docenti. Io credo che anche i temi che sono stati sviluppati sono temi su cui le classi lavorano normalmente, attività multimediali e multidisciplinari. Allora qual è il quid novi? è l'insieme, che viene compattato da un allargamento comunicativo, che vede una prestigiosa istituzione come il poli che segue i ragazzi durante il lavoro. La competizione è secondaria, l'orgoglio comunicativo e l'allargamento partecipativo è fondamentale. La presenza del Poli è fondamentale, è come quello che fa la Sorbonne a Parigi. Il secondo problema sottolineato da Paolini è altrettanto importante: io non ho grandi competenze tecnologiche, soffro per il digital divide. Credo che esista un rischio di perdere la cultura digitale, e diventare analfabeti. La cultura digitale deve essere un'epistemologia, la comunicazione attraverso nuovi strumenti deve essere integrata a tutti i livelli nella scuola. Una competenza tecnologica è oramai di base, non si può più farne a meno. La cultura digitale è esponenziale, va rinnovata continuamente, anche in profondità.
Paolini: proposta operativa! Vorreste partecipare a una comunità di lavoro seria, una commissione auto-organizzata che si interroghi su quale formazione va data ai docenti perché possano usare le tecnologie? Che formazione, che supporto necessitano? E i nuovi insegnanti, come li formiamo? In questa discussione, coinvolgiamo il Ministero? O discutiamo tra di noi, e portiamo il risultato alla fine? 50%-50%. Continuiamo a parlarne!
Vincenzo Marino, secondaria primo grado di Altavilla Milicia: dobbiamo coinvolgere il MIUR, che sta investendo molto in questo settore!
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