mercoledì 9 giugno 2010

Secondo argomento: le risposte dei docenti

Luigi Fantacci, secondaria di seconda grado di Volterra: l'inclusione serve a far acquisire a tutti i ragazzi alcune competenze metodologiche. E in questo il concorso con le sue tempistiche che vengono imposte, è fondamentale. La gestione del tempo è un aspetto fondamentale! La stesura di un piano editoriale e stare nei tempi è un responsabilizzare (inclusivamente) i ragazzi. Senza il concorso, la scadenza ben precisa ed inderogabile è stata fondamentale

Caterina Vescovini, dirigente scolastica di Conselve: la motivazione può più del talento. Bisogna valorizzare le competenze già presenti, a volte più ampie di quanto ci si aspetti. Molte volte le competenze sono li latenti e vanno valorizzate assolutamente.  Anche i docenti possono essere d'aiuto ai propri colleghi. Il Ministero va coinvolto: la forbice tra scuola reale e la rappresentazione che il Ministero ha della scuola reale è troppo ampia. Dobbiamo confrontarci con loro, altrimenti non li convinceremo mai sui reali problemi della scuola, come la manutenzione degli strumenti e delle persone! Ciò che vale per l'inclusione degli studenti vale anche per i docenti

Annamaria Cerquetti, scuola primaria di Morrovalle: nel mio istituto solo io, una sola classe ha partecipato a questa iniziativa. C'è ancora una barriera contro le tecnologie. E non si va incontro ai bambini, si contraddice il comportamentismo. Policultura ha agevolato l'uso di una pluralità di linguaggi! Bisogna valorizzare il merito dei docenti, e invece molto spesso il merito viene visto come demerito, come qualcosa che genera confronto (che ai direttori didattici non sempre piace, perché porta noie..."si fermi, non faccia, non fate, stia buona..."). Questo è un rischio tremendo! Una scuola diversa, fatta così coinvolge tutti... tutti tranne gli altri insegnanti, che hanno addirittura cercato di mettermi i bastoni tra le ruote!

Bibiana Chierchia, scuola secondaria di secondo grado di Campobasso: noi abbiamo usato 1001storia come una costola di una attività che già facciamo in classe. L'inclusione è passata attraverso la condivisione e la personalizzazione del metodo di studio. L'attitudine a studiare abbiamo provato a trasformarla in un valore. Un compagno di terza che sa usare gli mp3 e insegna a uno di quinta a registrare porta grandissimi benefici a tutti! Individualizzazione e condivisione, questo è il taglio che abbiamo dato al nostro lavoro! Il fatto di aver coinvolto tutti gli alunni a noi non ha giovato dal punto di vista del prodotto finale: ovviamente abbiamo scelto di far lavorare tutti a scapito della qualità!

Paolini: proposta finale. Creeremo una comunità online, magari aperta verso il dibattito internazionale. Noi faremo delle proposte e vorremo aneddoti, episodi, storie che confermano o smentiscono quanto diciamo. Ci piacerebbe progredire in maniera popperiana, cercando falsificazione anziché conferma.

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