Paolini: argomento più complesso. Voi potreste scoraggiare altri insegnanti: il vostro lavoro è talmente buono che potrebbe disincentivare insegnanti meno bravi. Come li possiamo attirare? Spostando l'attenzione non sul lavoro ma sul processo, con un premio per il lavoro migliore sotto il profilo del processo didattico. Questo però non è desumibile dal prodotto! Come facciamo? Dobbiamo chiedere di raccontarcelo. Pensate ai vostri colleghi più pigri o paurosi: potrebbe funzionare?
Molinari, primaria: lavorare a distanza potrebbe essere un'ottima idea, perché le classi dei bravi potrebbero "adottare" un altro docente che ha voglia di lavorare ma non si sente di andare alla fine.
Idea: il tutor che affianca l'insegnante che non si sente di fare da solo!
Pulcini: il grosso problema della scuola è documentare i processi, non fare il lavoro!
Pasqualin: la diffusione delle buone pratiche è sempre difficilissima a scuola, la comunicazione anche interna è difficile. Dobbiamo (soprattutto noi dirigenti) essere motivati a convincere i nostri docenti a lavorare!
Paolini: ora dobbiamo chiudere, ma mi piacerebbe che la discussione proseguisse sul blog di PoliScuola, via mail, insomma usando le tecnologie. La vostra opinione per noi è davvero importante, dobbiamo proseguire questo tavolo interessantissimo anche dopo questa giornata!
mercoledì 8 giugno 2011
Workshop/8
Paolini: noi stiamo realizzando il portale delle narrazioni: vi racconto alcune idee e poi voglio sapere le vostre impressioni.
Noi metteremo il titolo e un abstract che in 5 righe chiarisce di cosa tratta. Un mini-sunto. Lo metteremo in inglese e in italiano (pensiamo a uno scenario mondiale). Abbiamo bisogno di volontari per un lavoro di revisione, ripulitura, riproposizione. Come fare questo lavoro? Noi abbiamo bisogno di 2 persone per livello di scuola che facciano questo lavoro. Vi scriveremo per chiedere la vostra collaborazione.
Inoltre dobbiamo classificare le narrazioni per tipologia (non argomento: tipo di esperienza) e per stile narrativo.
Il portale può essere un grande incentivo alla partecipazione al concorso!
Il prossimo anno cosa faremo?
Noi vorremmo raddoppiare il numero della classi. Per farlo faremo le short: una compatta a metà, ovvero un lavoro che dura 3-4 settimane. Secondo voi è una buona idea? Aspettiamo le risposte sul blog!
Altra idea sui contenuti: avere oltre al tema generale, degli approcci tematici tra cui uno su agricoltura e alimentazione, per questo abbiamo ospite qui la Coldiretti. Non vogliamo buonismo, vogliamo che ci raccontiate esperienze dirette a casa o a scuola oppure invitare le scuole a visitare le fattorie didattiche vicine.
Marco Camilli (Coldiretti): sicuramente Coldiretti è in primo piano con le fattorie didattiche per le scuole. Ospitiamo 3000-5000 bambini all'anno in alcune fattorie! Tutti i bambini che vanno alla fattorie poi tornano con le famiglie: è un approccio molto interessante. Io sono presidente del settore agricoltura biologica e questo settore può essere davvero straordinario questo settore per le narrazioni multimediali!
Pasqualin, dirigente scolastica: questa idea è ottima e si inserisce facilmente nel programma scolastico: non si tratta di inventare nulla, ma di fare reporting con gli strumenti che voi fate!
Noi metteremo il titolo e un abstract che in 5 righe chiarisce di cosa tratta. Un mini-sunto. Lo metteremo in inglese e in italiano (pensiamo a uno scenario mondiale). Abbiamo bisogno di volontari per un lavoro di revisione, ripulitura, riproposizione. Come fare questo lavoro? Noi abbiamo bisogno di 2 persone per livello di scuola che facciano questo lavoro. Vi scriveremo per chiedere la vostra collaborazione.
Inoltre dobbiamo classificare le narrazioni per tipologia (non argomento: tipo di esperienza) e per stile narrativo.
Il portale può essere un grande incentivo alla partecipazione al concorso!
Il prossimo anno cosa faremo?
Noi vorremmo raddoppiare il numero della classi. Per farlo faremo le short: una compatta a metà, ovvero un lavoro che dura 3-4 settimane. Secondo voi è una buona idea? Aspettiamo le risposte sul blog!
Altra idea sui contenuti: avere oltre al tema generale, degli approcci tematici tra cui uno su agricoltura e alimentazione, per questo abbiamo ospite qui la Coldiretti. Non vogliamo buonismo, vogliamo che ci raccontiate esperienze dirette a casa o a scuola oppure invitare le scuole a visitare le fattorie didattiche vicine.
Marco Camilli (Coldiretti): sicuramente Coldiretti è in primo piano con le fattorie didattiche per le scuole. Ospitiamo 3000-5000 bambini all'anno in alcune fattorie! Tutti i bambini che vanno alla fattorie poi tornano con le famiglie: è un approccio molto interessante. Io sono presidente del settore agricoltura biologica e questo settore può essere davvero straordinario questo settore per le narrazioni multimediali!
Pasqualin, dirigente scolastica: questa idea è ottima e si inserisce facilmente nel programma scolastico: non si tratta di inventare nulla, ma di fare reporting con gli strumenti che voi fate!
Workshop/7
Antoci, secondaria secondo grado: io non ho incontrato difficoltà, anche perché tecnologicamente i ragazzi sapevano fare tutto. Si sono concentrati sul lato estetico-comunicativo, sulla ricerca delle immagini: questo li ha motivati profondamente!
Paolini: quanti hanno dato un voto su questa attività? Circa 15%.
Celon, scuola primaria: gli insegnanti fanno a volte fatica a motivarsi: penso sia una questione generazionale, c'è un sacco di gente che tira ancora un po' indietro, la tecnologia viene visto come un mondo misterioso e non interessante. Esiste ancora una consistente fascia di docenti che tira indietro il sistema!
Cerquetti: spesso si pensa che un progetto sia fuori dal curriculum, invece va messo all'interno del curriculum! Nel momento in cui tratti un argomento, lo inserisci nel curriculum e poi lo valuti! Per l'inclusione: io ho molti bambini extracomunitari, che magari non parlavano, e invece hanno registrato l'audio e si sono sentit parte della classe: una catena di solidarietà ha portato all'integrazione di questi compagni! Tutti, ma davvero tutti hanno partecipato.
Paolini: quanti hanno dato un voto su questa attività? Circa 15%.
Celon, scuola primaria: gli insegnanti fanno a volte fatica a motivarsi: penso sia una questione generazionale, c'è un sacco di gente che tira ancora un po' indietro, la tecnologia viene visto come un mondo misterioso e non interessante. Esiste ancora una consistente fascia di docenti che tira indietro il sistema!
Cerquetti: spesso si pensa che un progetto sia fuori dal curriculum, invece va messo all'interno del curriculum! Nel momento in cui tratti un argomento, lo inserisci nel curriculum e poi lo valuti! Per l'inclusione: io ho molti bambini extracomunitari, che magari non parlavano, e invece hanno registrato l'audio e si sono sentit parte della classe: una catena di solidarietà ha portato all'integrazione di questi compagni! Tutti, ma davvero tutti hanno partecipato.
Workshop/6
Ramorino, secondaria secondo grado: noi avevamo obiettivi comportamentali, ma anche contenuti scientifici piuttosto complessi. La libertà di scegliere il proprio argomento preferito è un fattore motivazionale fondamentale: il docente non deve per forza irrigimentare i ragazzi.
Noto però che solo in gruppi piccoli (max 3 persone) i gruppi sono efficaci: ognuno doveva lavorare! Nel nostro caso hanno lavorato tutti, perché dovevano lavorare dall'inizio alla fine. Per noi l'obiettivo era rendere semplici argomenti complessi: rielaborazione che a scuola raramente si fa.
Difficili farli lavorare a casa: alle superiori un lavoro extra, che non è visto come un lavoro col voto è più complesso!
Paolini: alle superiori sono più smaliziati, ci sono altre priorità?
Ramorino: decisamente si
Paolini: quanti pensano di aver fatto molto lavoro extra? 90%! è un'attività che richiede molto lavoro extra (circa 20 ore extra per il 50%, di più per il 50%). Paolini: chiediamo la vostra disponibilità a farsi intervistare. Le cose di cui stiamo parlando ora non emergono spontaneamente dalle vostre relazioni! Se questi elementi fossero chiari nelle relazioni, aiuteremmo molti insegnanti a lavorare meglio!
Noto però che solo in gruppi piccoli (max 3 persone) i gruppi sono efficaci: ognuno doveva lavorare! Nel nostro caso hanno lavorato tutti, perché dovevano lavorare dall'inizio alla fine. Per noi l'obiettivo era rendere semplici argomenti complessi: rielaborazione che a scuola raramente si fa.
Difficili farli lavorare a casa: alle superiori un lavoro extra, che non è visto come un lavoro col voto è più complesso!
Paolini: alle superiori sono più smaliziati, ci sono altre priorità?
Ramorino: decisamente si
Paolini: quanti pensano di aver fatto molto lavoro extra? 90%! è un'attività che richiede molto lavoro extra (circa 20 ore extra per il 50%, di più per il 50%). Paolini: chiediamo la vostra disponibilità a farsi intervistare. Le cose di cui stiamo parlando ora non emergono spontaneamente dalle vostre relazioni! Se questi elementi fossero chiari nelle relazioni, aiuteremmo molti insegnanti a lavorare meglio!
Workshop/5
Parliamo ancora di inclusione.
Giuliante, scuola primaria: noi abbiamo lavorato rendendo il laboratorio il fulcro della classe. I ragazzi si gestiscono da soli, con l'insegnante che fa da guida: co-progettiamo con loro le attività, il docente prende appunti e cerca di capire cosa vogliono fare i ragazzi. Siamo partiti dalla domanda: cosa è per voi l'acqua? E poi abbiamo lasciato che i bambini lavorassero. La classe era una prima elementare, quindi non avevano ancora le abilità di base, e essere capaci di auto organizzarsi è notevole!
Paolini: ma il docente come deve intervenire?
Pulcini, scuola secondaria primo grado: io ho una classe 2.0, PoliCultura è stato una contenitore molto importante. Parliamo di inclusione: a tutti è stato proposto tutto, ma solo alcuni hanno appreso tutto. E' normale, è giusto, l'importante è che tutti abbiano la possibilità poi a un certo punto bisogna anche stringere e dare delle scadenze.
Paolini: la scadenza è fondamentale, ma a un certo punto obbliga a tagliare un po' il processo didattico...
Pulcini: è vero solo in parte: il processo didattico non viene tagliato, si sfruttano le abilità nel momento in cui servono, e PoliCultura diviene occasione per approfondire abilità anche informatiche. Abbiamo coinvolto grazie a PoliCultura molti altri docenti, abbiamo approfondito l'argomento, abbiamo lavorato in maniera interdisciplinare, obiettivo sempre incoraggiato, ma difficilissimo da raggiungere!
Torrrebruno: in che senso PoliCultura aiuta la sintesi in senso intensivo ed estensivo?
Pulcini: 1001storia è fatto proprio perfetto per la convergenza!
Pirozzi: l'interdisciplinarietà prevede tempi e grande accordo anche coi docenti. Questo non è facile! Noi abbiamo cercato di dare a tutti un compito da portare dall'inizio alla fine. Certo, non è stato possibile controllare tutto, abbiamo lasciato un po' di libertà, ma questo è anche un bene!
Emergono i talenti naturali, è vero, ma noi abbiamo anche forzato un po' per rafforzare alcuni elementi!
Workshop/4
Paolini: parliamo ora di organizzazione del lavoro. Come avete organizzato il lavoro? Noi sappiamo che ciò che fa la differenza è il processo più che il contenuto.
Passiamo alla parte più scientifica del workshop, ho due domande:
1. nel merito per esempio dell'inclusione. Si dice "tutti hanno partecipato", poi scavando in dettaglio si scopre che non tutti hanno fatto le stesse cose? Cosa significa esattamente tutti hanno lavorato? Su questo tema stiamo lavorando con il progetto learning4all, intervistando gli insegnanti e cerchiamo di capire meglio queste dinamiche.
2. c'è una grande difficoltà nel raccontare ciò che avete fatto: gli insegnanti - voi inclusi - fanno fatica a spiegare (se non nelle interviste) ciò che avete fatto. La domanda è: come si fa a fare un reporting più efficace anche in ottica di riutilizzo dell'esperienza?
Amabile, scuola primaria. Ci sono state delle difficoltà anche nel gestire la classe. I genitori hanno dato una grossa mano collaborando con noi. Tutti hanno partecipato, si è cercato di recuperare anche a casa coi bambini che potevano dopo la scuola. Anche qui PoliCultura è stato occasione di convergenza straordinaria tra differenti attività.
Paolini: quanti hanno lavorato in orario extrascolastico? Circa 30%. E quanti hanno già partecipato? 20% circa.
Passiamo alla parte più scientifica del workshop, ho due domande:
1. nel merito per esempio dell'inclusione. Si dice "tutti hanno partecipato", poi scavando in dettaglio si scopre che non tutti hanno fatto le stesse cose? Cosa significa esattamente tutti hanno lavorato? Su questo tema stiamo lavorando con il progetto learning4all, intervistando gli insegnanti e cerchiamo di capire meglio queste dinamiche.
2. c'è una grande difficoltà nel raccontare ciò che avete fatto: gli insegnanti - voi inclusi - fanno fatica a spiegare (se non nelle interviste) ciò che avete fatto. La domanda è: come si fa a fare un reporting più efficace anche in ottica di riutilizzo dell'esperienza?
Amabile, scuola primaria. Ci sono state delle difficoltà anche nel gestire la classe. I genitori hanno dato una grossa mano collaborando con noi. Tutti hanno partecipato, si è cercato di recuperare anche a casa coi bambini che potevano dopo la scuola. Anche qui PoliCultura è stato occasione di convergenza straordinaria tra differenti attività.
Paolini: quanti hanno lavorato in orario extrascolastico? Circa 30%. E quanti hanno già partecipato? 20% circa.
Workshop/3
Pirozzi scuola secondaria di secondo grado. Abbiamo spaziato nel tempo e nello spazio, da Delfi al 2012. Abbiamo conosciuto meglio il nostro territorio attraverso PoliCultura. Rispondo alle domande: il curriculum per noi è un po' rigido, io ho sacrificato il programma di storia, ma sono felice di averlo fatto: volevo cercare di insegnare in maniera più efficace. Ho prospettato ai ragazzi il concorso, ma non era quello l'obiettivo, bensì quello di fare qualcosa di trasversale. Il concorso è stato per i ragazzi un motore motivazionale straordinario.
Abbiamo analizzato vari codici (testi scritti, videogiochi, film...): diversi approcci ad un'unica tematica!
Loro avevano già le abilità tecniche, quindi sono le attitudini (parlare in pubblico, avere rispetto per i compagni) a essere sate sviluppate.
I gruppi si sono auto-organizzati e hanno lavorato tutti e 20.
Caccaro, scuola primaria: volevo aggiungere che per noi la possibilità di dare agli alunni che sono portatori di DSA o che hanno deficit un mezzo che per loro semplifica la vita a scuola. Non riuscivano magari a fare cose che gli altri fanno facilmente, e attraverso il computer hanno potuto partecipare. Attività di inclusione vera!
Noi siamo partit da un'esperienza pratica, abbiamo girato il paese e poi abbiamo spiegato ai bambini l'importanza di organizzare i contenuti per condividerli. Nuovo modo di fare didattica, che ci ha permesso di includere bambini che altrimenti sarebbero stati esclusi!
Pompucci, scuola secondaria di secondo grado: io ho lavorato sull'Unità d'Italia con una quarta superiore sperimentazione Brocca. Abbiamo lavorato molto duramente, impiegandoci 2 mesi di tempo, rubando un po' di tempo alle materie. Però per me era importante che i ragazzi capissero e si impossessassero dei concetti. La comunicazione è stata una vera sfida: essere sintetici è difficilissimo, loro fanno molta fatica, ho dovuto farli lavorare duro (e la proroga è stata molto utile in tal senso!). Confermo che il concorso li ha molto motivati.
Qualche gruppo ha lavorato più lentamente e ho dovuto aiutarli o farli aiutare dai pari. Io non correggevo il testo, segnalavo gli errori e chiedevo che fossero loro a effettuare le correzioni, così hanno imparato molto di più!
Abbiamo analizzato vari codici (testi scritti, videogiochi, film...): diversi approcci ad un'unica tematica!
Loro avevano già le abilità tecniche, quindi sono le attitudini (parlare in pubblico, avere rispetto per i compagni) a essere sate sviluppate.
I gruppi si sono auto-organizzati e hanno lavorato tutti e 20.
Caccaro, scuola primaria: volevo aggiungere che per noi la possibilità di dare agli alunni che sono portatori di DSA o che hanno deficit un mezzo che per loro semplifica la vita a scuola. Non riuscivano magari a fare cose che gli altri fanno facilmente, e attraverso il computer hanno potuto partecipare. Attività di inclusione vera!
Noi siamo partit da un'esperienza pratica, abbiamo girato il paese e poi abbiamo spiegato ai bambini l'importanza di organizzare i contenuti per condividerli. Nuovo modo di fare didattica, che ci ha permesso di includere bambini che altrimenti sarebbero stati esclusi!
Pompucci, scuola secondaria di secondo grado: io ho lavorato sull'Unità d'Italia con una quarta superiore sperimentazione Brocca. Abbiamo lavorato molto duramente, impiegandoci 2 mesi di tempo, rubando un po' di tempo alle materie. Però per me era importante che i ragazzi capissero e si impossessassero dei concetti. La comunicazione è stata una vera sfida: essere sintetici è difficilissimo, loro fanno molta fatica, ho dovuto farli lavorare duro (e la proroga è stata molto utile in tal senso!). Confermo che il concorso li ha molto motivati.
Qualche gruppo ha lavorato più lentamente e ho dovuto aiutarli o farli aiutare dai pari. Io non correggevo il testo, segnalavo gli errori e chiedevo che fossero loro a effettuare le correzioni, così hanno imparato molto di più!
Iscriviti a:
Post (Atom)