Pirozzi scuola secondaria di secondo grado. Abbiamo spaziato nel tempo e nello spazio, da Delfi al 2012. Abbiamo conosciuto meglio il nostro territorio attraverso PoliCultura. Rispondo alle domande: il curriculum per noi è un po' rigido, io ho sacrificato il programma di storia, ma sono felice di averlo fatto: volevo cercare di insegnare in maniera più efficace. Ho prospettato ai ragazzi il concorso, ma non era quello l'obiettivo, bensì quello di fare qualcosa di trasversale. Il concorso è stato per i ragazzi un motore motivazionale straordinario.
Abbiamo analizzato vari codici (testi scritti, videogiochi, film...): diversi approcci ad un'unica tematica!
Loro avevano già le abilità tecniche, quindi sono le attitudini (parlare in pubblico, avere rispetto per i compagni) a essere sate sviluppate.
I gruppi si sono auto-organizzati e hanno lavorato tutti e 20.
Caccaro, scuola primaria: volevo aggiungere che per noi la possibilità di dare agli alunni che sono portatori di DSA o che hanno deficit un mezzo che per loro semplifica la vita a scuola. Non riuscivano magari a fare cose che gli altri fanno facilmente, e attraverso il computer hanno potuto partecipare. Attività di inclusione vera!
Noi siamo partit da un'esperienza pratica, abbiamo girato il paese e poi abbiamo spiegato ai bambini l'importanza di organizzare i contenuti per condividerli. Nuovo modo di fare didattica, che ci ha permesso di includere bambini che altrimenti sarebbero stati esclusi!
Pompucci, scuola secondaria di secondo grado: io ho lavorato sull'Unità d'Italia con una quarta superiore sperimentazione Brocca. Abbiamo lavorato molto duramente, impiegandoci 2 mesi di tempo, rubando un po' di tempo alle materie. Però per me era importante che i ragazzi capissero e si impossessassero dei concetti. La comunicazione è stata una vera sfida: essere sintetici è difficilissimo, loro fanno molta fatica, ho dovuto farli lavorare duro (e la proroga è stata molto utile in tal senso!). Confermo che il concorso li ha molto motivati.
Qualche gruppo ha lavorato più lentamente e ho dovuto aiutarli o farli aiutare dai pari. Io non correggevo il testo, segnalavo gli errori e chiedevo che fossero loro a effettuare le correzioni, così hanno imparato molto di più!
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